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Farmacista di vecchio stampo, il Dott. Ernesto Zampetti, nei primi anni del secolo passato, nella propria farmacia in Pontremoli, si prodigava per adempiere al proprio compito di curare e migliorare l’esistenza dei numerosi richiedenti aiuto e consiglio che a lui si rivolgevano. Amava tantissimo la famiglia, il dottor Ernesto, ed il suo prossimo tanto che per anni fu il Priore della locale Venerabile Misericordia.
Con spirito e dedizione di altri tempi, oli, pomate, soluzioni, tinture, artifici galenici erano creati dal vecchio farmacista spesso alle prese con bilancine, attrezzi vari e boccette, dove versava le sue creazioni di laboratorio. Ci si curava con poche medicine, allora, con erbe, molti scongiuri e preghiere. Le cure erano spesso a base di erbe medicinali tra cui spiccava il Rabarbaro del Levante (Rheum palmatum).
Già tre secoli prima di Cristo in Oriente si usava la radice del Rabarbaro, un medicamento che divenne assai celebre in Europa fin dai tempi delle prime importazioni di spezie orientali. Lo stesso Marco Polo la citò come droga importante che veniva estesamente coltivata e raccolta nelle regioni del Tangurh e del Tibet perché oggetto di enorme esportazione. Il Rheum palmatum infatti fu una spezia, e lo è ancora, che fa parte di tutte le farmacopee del mondo e costituisce per speziali e preparatori un medicamento quasi insostituibile. Quasi un secolo fa il Dott. Zampetti formulò le sue prime ricette di infusi alcolici tra cui uno a base di radici di Rabarbaro, noto per le sue proprietà toniche e digestive.
Seguendo tale antica ricetta è stato ottenuto questo elisir dal sapore gradevolmente amaro e dal profumo inconfondibile. Prodotto e venduto fino ad ora solo in farmacia in quantità limitatissime, sotto la richiesta crescente dei molti estimatori, si è deciso di allargarne la produzione su scala più ampia.
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